Cominciamo a parlare delle neuropatie e del CBD.
La marijuana medica è spesso prescritta a persone con dolore intrattabile, cioè resistente ai farmaci, comprese quelle affette da cancro in fase terminale. Ci sono diverse evidenze scientifiche di come il CBD contribuisca a portare beneficio in tali gravi condizioni cliniche. Secondo uno studio del 2012 sul Journal of Experimental Medicine, i ratti, iniettati con sostanze chimiche infiammatorie nelle zampe posteriori, hanno sperimentato meno infiammazione e dolore neuropatico se trattati con una dose orale e con iniezione spinale di CBD. Quanto emerso degli studi ha quindi rivelato in via ufficiale che il CBD riduce effettivamente la neuropatia, legandosi nel cervello ai recettori della glicina, cioè quelli che regolano la velocità dei segnali nervosi quando passano tra le cellule. Gli studi umani che valutano l'uso di CBD nei trattamenti medici del dolore cronico sono solo parziali. Quelli che esistono invece quasi invariabilmente includono il THC, rendendo difficile isolare gli effetti distinti del CBD.
Cannabis Light nei trattamenti per la Salute del cuore Il CBD può concretamente ridurre il rischio di cardiopatie, abbassando la pressione arteriosa in alcuni soggetti, come risultante da una ricerca eseguita nel 2017 dalla JCI. In tale ricerca, nove uomini in salute hanno preso 600 mg di CBD o la equivalente dose di placebo. I volontari del progetto che avevano assunto CBD, in effetti risultavano avere una pressione significativamente ridotta, non solo prima, ma anche dopo essere stati sottoposti a input di stress di intensità variabile, inclusi un impegnativo esercizio fisico e l’esposizione a bassissime temperature. Inoltre, il volume di sangue rimanente nel cuore dopo un battito cardiaco è stato significativamente ridotto, il che significa che il cuore stava pompando in modo più efficiente e con stress ridotto in modo rilevante. I risultati suggeriscono pertanto che l'olio di CBD può essere una terapia complementare adatta per le persone la cui ipertensione è complicata da stress e ansia. Tuttavia, non ci sono prove definitive che il CBD possa trattare l'ipertensione da solo o prevenire l'ipertensione nelle persone a rischio. Mentre sappiamo da tempo che lo stress è un elemento di aggravamento e complicazione dell’ipertensione, il CBD non può causarla in alcun modo.
Le Convulsioni sull uso del CBD
Nel giugno 2018, la U.S. Food and Drug Administration (FDA) ha approvato Epidiolex, una soluzione orale di CBD utilizzata per il trattamento di alcune forme rare di epilessia, nei bambini con sindrome di Dravet e sindrome di Lennox-Gastaut. Entrambe sono malattie genetiche eccezionalmente rare, che causano convulsioni gravi per tutta la vita, e che cominciano purtroppo durante il primo anno di vita. Ci sono alcune prove documentate che il CBD interagisca con farmaci convulsivi come l'Onfi (clobazam) e ne favorisca la concentrazione nel sangue. Questo non solo renderebbe i farmaci più efficaci, ma estenderebbe anche il loro tempo di decadimento. Ulteriori ricerche sono comunque necessarie.
La Gravidanza e l' uso del CBD
L'olio di CBD dovrebbe essere assolutamente evitato durante la gravidanza e l'allattamento. Uno studio condotto nel 2018 dall'AAP ha rilevato che le donne in gravidanza dovrebbero evitare la marijuana a causa di potenziali rischi di sviluppo del feto. Sebbene non sia del tutto evidente l’interazione diretta o indiretta, è noto che il cbd sia in grado di passare attraverso la barriera placentare.
Conclusioni sul CBD e i trattamenti medici
Se state pensando di usare CBD per trattare una condizione di salute, principalmente per alleviare i sintomi e i disturbi, assicuratevi di parlarne prima con il vostro medico di riferimento per essere certi che sia l'opzione giusta per voi. Inoltre, poiché alcuni oli di CBD contengono tracce di THC, si sconsiglia di mettersi alla guida di macchinari pesanti quando si assume CBD, soprattutto se ad alta concentrazione, in particolare quando si inizia il trattamento o si utilizza un nuovo prodotto della stessa categoria.